lunedì 3 giugno 2013

Gli spaghetti con i "purpetielli"

foto di copertina del libro "Polpo" di Russel Norman

Splendida questa dissertazione sul polpo di Jeanne Carola Francesconi dal libro "La cucina Napoletana":

"Il polpo vivo è orrendo a vedersi, però se appare cotto sulla vostra mensa, le sue qualità negative scompariranno d'incanto: quasi sembrerà un bellissimo fiore rosa violaceo con i sepali accartocciati, che, quando comincerete a gustarlo meriterà i più entusiastici apprezzamenti. Attenzione però che questo polpo sia "verace" (vero) e che abbia due file parallele di ventose sui tentacoli, sicuro segno di riconoscimento; ché se ne avesse una sola fila sarebbe un volgare "sinisco", abitatore dei bassifondi anziché degli scogli, come il suo nobile parente.
La differenza, però, non è tutta qui: il verace si ammanta di una veste maculata di marrone con preziose sfumature rosa, mentre l'umile sinisco, si accontenta di un meno raffinato e vivace paludamento.
Spiega un vecchio pescatore di Pozzuoli che tra le due razze non vi sono assolutamente rapporti, in tanto e lontane sfere essi vivono; ognuno se ne sta per conto suo e si ignorano a vicenda.
Sia detto, tuttavia, a difesa del povero modesto sinisco che, anche se esso ha meno profumo di quello verace, non è poi addirittura da disprezzarsi. In mancanza del più gustoso suo simile, potreste accettarlo, specialmente se sarà affogato in un sugo in cui l'olio e il pomodoro mescolati alla sua naturale, se pur limitata fragranza, lo avranno avvolto con l'aglio e il prezzemolo, in un saporito guazzetto. Lessato alla "luciana" e condito soltanto con olio e limone non saprei consigliarvelo: tanta semplicità dovrebbe essere unico appannaggio del più profumato "verace".
Perfino nel modo di farsi catturare v'è diversità fra le due specie: il "sinisco", abitando più al largo, viene banalmente pescato dai percherecci con la rete mentre il polpo verace, specialmente attratto dal bianco, viene adescato da una candida piumetta, o da un cencio parimenti bianco, collocato al centro di una piccolissima ancora a cinque bracci che si chiama "filatiello". E può anche pescarsi con un'anfora di creta (la "mummarella") pure dipinta di bianco e contenente pietre altrettanto candide, che si cala sul fondo attaccata ad una corda presso una roccia.



Il "verace", se la vede, la vuota dei ciottoli e vi si istalla come in un comodo nido, e il pescatore, avvertito dalle pietre sparse all'intorno, tirando su la "mummarella", lo cattura. Ma v'è un terzo modo col quale l'aristocratico polpo, finendo in bellezza, dà luogo ad un eccezionale spettacolo.
Avete mai visto nell'incanto di una notte d'estate occhieggiare tremolanti sul mare del golfo di Napoli, mille e mille luci in lunghe file o a gruppi? E' uno spettacolo fantastico che incanta chi lo guardi da terra. Sono le "lampare". Ma ancora più suggestivo è vedere passare lungo la costa una barca isolata che avanza lentamente nel buio, illuminando un breve tratto di mare con la sua lampada fissa sulla prua. Il mare diventa in quel punto d'argento, contrasta con la sagoma oscura della barca e, a tratti, si vedono muoversi e chinarsi misteriose le ombre dei pescatori, emergere nel cerchio illuminato un viso subito scomparso, balenare un "lanzaruto". E ieratici gesti e luccichio sono accompagnati in cadenza dal lento e sordo tonfo dei remi, unico a rompere l'assoluto silenzio. Di colpo scatta il "lanzaruto", si mmerge nell'acqua in un breve ribollire di spuma leggera, riemerge gocciolante di argento. e non si ha nemmeno il tempo di vedere se abbia catturato la preda che è già scomparso nel buio. Con esso lentamente si allontana l'ombra dela barca preceduta dal suo cerchio di luce e il mare si spegne, ma vi resta in fondo all'animo il ricordo di una fuggevole visione di incomparabile bellezza. "


Il polpo è sempre molto apprezzato a casa mia... all'insalata,  con le patate, ma festa grande è quando lo si prepara pomodorini. Ci condiamo gli spaghetti...deliziosi!
Per questa ricetta servono dei polpi veraci piuttosto piccoli (dovrebbero pesare circa 100 gr l'uno). I miei erano un pò più grandicelli, circa 150 gr ma il loro dovere l'hanno fatto bene!


Spaghetti con i "purpetielli"
ingredienti
per 4 persone

350 gr di spaghetti (io vermicelli)
8 polpi veraci da 100 gr l'uno
300gr  di pomodorini
olio extravergine di oliva 8 cucchiai
uno spicchio di aglio
sale, prezzemolo, peperoncino q.b


Procedimento

in una casseruola (meglio se di terracotta) sfriggere l'aglio nell'olio con i gambi di prezzemolo e il peperoncino (io quest'ultimo preferisco non metterlo).
Eliminare l'aglio e calare i polpi.
Incoperchiare e lasciar cuocere una decina di minuti.
Aggiungere i pomodorini e continuare la cottura fino a quando trapassando il polpo con la forchetta lo stesso non risulti morbido.
Lessare al dente gli spaghetti e calarli nella pentola con i polpi. Girare ben bene , cospargere di prezzemolo tritato e servire subito.


7 commenti:

  1. bella la descrizione del polipo, ma questi spaghetti mi piacciono di più :)

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  2. Sento già il profumo del mare :)
    http://ohmydesignstyle.blogspot.it/

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  3. Jeanne Carola è uno dei miti della cucina napoletana, come questo classico spaghetto!

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  4. Spaghetti deliziosi, mi sembra di sentire il profumo!!!! Bravissima un abbraccio:)

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  5. Uno dei piatti più amati da mio marito.....
    grazie per avermelo ricordato!

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  6. Chi dice che il polpo è brutto non ne ha mai visto nessuno in fondo al mare. :) Certo, nel piatto è più bello, ma non si puo' avere tutto dalla vita... :)

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  7. tu sai che mi dovrai insegnare a pulirlo,vero? lo sai eh....

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