giovedì 31 ottobre 2013

Il "torrone dei morti"


Nel periodo a ridosso del 2 novembre in molte zone della nostra penisola vengono realizzati dei dolci per la commemorazione dei defunti. Antiche credenze popolari vogliono che nella notte tra il 1 e il 2 novembre le anime dei defunti tornino dall’aldilà affrontando un viaggio assai faticoso.

Per questo motivo in molte case veniva lasciato, solitamente in cucina, un secchio d’acqua per dissetarli, oppure veniva aggiunto un posto ala tavola, o ancora si evitava di sparecchiare per consentire ai morti di trovare ristoro dal viaggio. Questi dolci “dei morti” simboleggiano i doni che i defunti portano dall’aldilà e contemporaneamente l’offerta di ristoro dei vivi per il loro viaggio. Un modo per esorcizzare la paura dell’ignoto e della morte.

A Napoli e dintorni trionfano questi grossi torroni, lunghi dai 50 ai 70 centimetri, venduti a fette. Coloratissimi, ricchi di frutta secca, frutta candita e dai molteplici gusti. Il “torrone dei morti”. Un morbido ripieno racchiuso in un croccante guscio. Sono uno spettacolo da osservare… e da gustare… ovviamente! La differenza tra questo torrone e quello tradizionale è che questo è a base di cioccolato, l’altro è a base di miele.

Quest’anno ne ho realizzati due, uno classico alle nocciole ed uno al pistacchio.

Importante è la presenza della Crema Alba che garantisce la morbidezza del ripieno. Dalle mie parti si trova facilmente, in mancanza potete tranquillamente sostituirla con crema spalmabile al cioccolato bianco o crema alle mandorle.


Ingredienti

Il torrone dei morti al cioccolato e nocciole

  • 250 gr di cioccolato fondente 70%
  • 250 gr di cioccolato bianco
  • 250 gr di crema spalmabile alle nocciole
  • 1 stampo in plastica per torrone
  •  

Torrone al pistacchio

  • 250 gr di cioccolato fondente al 70%
  • 250 gr di crema alba o crema al cioccolato bianco
  • 300 gr di cioccolato bianco
  • 1 cucchiaio di pasta di pistacchio
  • 250 gr di pistacchi, non salati

Procedimento

Per il torrone alle nocciole


Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente, versarlo nello stampo in plastica a cassetta capienza 1 kg (in alternativa un contenitore in alluminio usa e getta per plum cake) e, roteandolo, rivestirne le pareti in modo uniforme. Recuperarne un po’ per ricoprire la parte superiore del torrone Sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco ed amalgamarlo con la crema alle nocciole. Incorporate le nocciole intere e versare il tutto nello stampo. Riporre in frigo per un’oretta. Poi ricoprire anche la superficie, che sarà la base del torrone, con il cioccolato fondente. Riporre nuovamente in frigo per alcune ore. Sformare e servire tagliato a grosse fette.

Per il Torrone al pistacchio


Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente, versarlo nello stampo in plastica a cassetta capienza 1 kg (in alternativa un contenitore in alluminio usa e getta per plum cake) e, roteandolo, rivestirne le pareti in modo uniforme. Recuperarne un po’ per ricoprire la parte superiore del torrone Sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco ed amalgamarlo con la crema alba. Aromatizzare con la pasta di pistacchio. Incorporate i pistacchi e versate il tutto nello stampo. Riponiamo in frigo per un’oretta. Poi ricopriamo anche la parte superiore, che sarà la base del torrone, con il cioccolato fondente.Riporre nuovamente in frigo per alcune ore. Sformare e servire tagliato a grosse fette.


lunedì 7 ottobre 2013

La crostata al cioccolato di Ernst Knam


Gocce di pioggia sul verde dei prati,
sciarpe di lana, guantoni felpati,
più che il sapore il colore del tè,
ecco le cose che piacciono a me.

Torte di mele, biscotti croccanti,
bianchi vapori dai treni sbuffanti,
quando ti portano a letto il caffè,
ecco le cose che piacciono a me.

Tanti vestiti a vivaci colori,
quando ricevi in regalo dei fiori,
le camicette di bianco piquet,
ecco le cose che piacciono a me.

Se son triste infelice e non so il perchè,
io penso alle cose che amo di più
e torna il seren per me.

Il miagolare che fanno i gattini,
ed il sorriso di tutti i bambini,
la cioccolata che è dentro ai bignè,
ecco le cose che piacciono a me.

Un bel quaderno appena comprato,
un fazzoletto che sa di bucato,
una gallina che fa coccodè
ecco le cose che piacciono a me.

Biondi capelli su un viso abbronzato,
pane arrostito con burro spalmato,
quando si ride ma senza un perchè
ecco le cose che piacciono a me.

Se son triste infelice e non so il perchè,
io penso alle cose che amo di più
e torna il seren per me.



E' tutto il giorno che canticchio questa canzone. Una delle mie preferite. Mi strappa sempre un sorriso...
Tutto è cominciato dalla crostata al cioccolato che ho preparato.
Appena ho visto la voluttuosa crema riempire quel guscio di frolla mi è balzata nella mente una delle frasi di questa allegra canzone "la cioccolata che è dentro i bignè" e da lì.... il suo canticchiarla ad libitum per tutto il giorno. Non fa nulla se la cioccolata è contenuta in altro scrigno.....e non nella pate au choux!


Questa crostata l'ho ammirata in giro per il web, era nella lista dolci da fare ma la suddetta è talmente lunga...e questa meraviglia slittava...slittava....
Unica variante che ho apportato alla ricetta originale è stata una grattatina di fava tonka nella crema al cioccolato, anche questo un piccolo tesoro portato da Strasburgo...ma niente paura, se ne siete sprovvisti andate sulla classica bacca di vaniglia!

 
 
Crostata al cioccolato
da una ricetta di Ernst Knam
 
pasta frolla al cacao
 
150g di burro morbido
150g di zucchero semolato
1 uovo
1 bacca di vaniglia
6g di lievito per dolci
280g di farina 00
25g di cacao amaro in polvere
un pizzico di sale
 
preparazione
 
montate il burro con lo zucchero e il pizzico di sale, aggiungete l’uovo e continuate a montare fino ad ottenere un composto omogeneo. Unite la farina setacciata con il cacao e il lievito e impastate velocemente fino a che il composto non diventi uniforme, Formate un panetto, avvolgetela nella pellicola e riponetela in frigo per un minimo di 4 ore.
 
crema al cioccolato
 
250g di latte intero
una grattatina di fava tonka o 1/2 stecca di vaniglia
15g di farina 00
5g di fecola di patate
2 tuorli
40g di zucchero semolato
1 pizzico di sale,
125g di panna liquida
190g di cioccolato fondente tritato
 
 
preparazione
 
Preparate la crema pasticcera. Scaldate il latte. A parte miscelate i tuorli con lo zucchero, il sale, le farine, la polvere di fava tonka oppure i semini di 1/2 bacca di vaniglia. Unite il latte caldo e portare a bollore. Spegnere e lasciare intiepidire. Preparate una ganache  scaldando la panna e versandola sul cioccolato fondente tritato. Unire o due composti ottenendo la crema al cioccolato.
 
Assemblaggio finale
 
Preriscaldate il forno a 180°. Stendere la frolla a 3-4 mm. Foderare uno stampo da crostata da 22 cm precedentemente imburrato. Conservare un po' di impasto per le strisce. Versare la crema al cioccolato. Realizzare le strisce di pasta frolla e decorate la crostata a formare una griglia.
Infornate nella parte bassa del forno per 40 minuti.
E' ancora più buona il giorno dopo!

venerdì 27 settembre 2013

Fiori di brisè con stracchino e fichi caramellati al rum

 
 Sono in terribile in ritardo! E' tempo di fichi, di fichi caramellati e devo darmi da fare perchè le riserve dell'anno scorso sono quasi esaurite!
Presa da improvviso attacco di panico, della serie "non avrò pace se non risolvo immediatamente il problema"   incarico il fruttivendolo di procurarmi almeno tre chili di fichi.
Fatto. Missione compiuta. Caramelliamo.
Ricetta di Giuliana, una garanzia. Al rum, secondo me il tocco finale magico.
Solo che, a causa di questo rum, a casa mia si è sfiorata l'apocalisse. Una tragedia che tempo fa stava per abbattersi anche sulla mia amica Cooking Planner....vero Mariagrà? E sempre di rum si trattava...se non ricordo male....
Rientrando a casa mio marito ha visto la sua preziosa bottiglia di Rum gran riserva Diplomàtico vicino i barattolini riempiti di fichi appena caramellati. 
Colto da improvvisa tachicardia e già conscio della risposta ma speranzoso del contrario ha chiesto con voce tremante e viso pallido "l'avrai mica usato per cucinare???"
........
........
........
 
"pochissimo....non c'era altro...."
 
Ci ha creduto........pfiuuuu.....quest'anno fichi di lusso amici miei!
Uno dei modi migliori per servirli? Con lo stracchino, lo adoro.....
  
 
Fiori di brisè con stracchino e fichi caramellati al rum
 
Pasta brisè
ricetta di Michael Roux
 
250 gr farina
125 gr burro a pezzettini e morbido
un uovo intero
un cucchiaino di zucchero
mezzo cucchiaino di sale
40 ml di acqua fredda
Amalgamare tutti gli ingredienti, formare una palla, avvolgerla in pellicola e far riposare in frigo per almeno 30 min. Stendete ad uno spessore di 3mm e con un coppapasta a forma di fiore ricavate delle sagome che adagerete in stampi da mini muffin. Bucherellate il fondo e cuocere a 180° fino a doratura. 
 
Fichi caramellati al rum
da una ricetta di Rossanina Del Santo e Giuliana Fabris
 
1 kg fichi  (neri sarebbe meglio)
500 gr zucchero semolato
1 bicchiere di aceto bianco 
1 bicchiere e mezzo di acqua
cannella in stecche
una punta di vaniglia
un paio di scorzette di limone pulite dalla parte bianca
un bicchierino abbondante di rhum

usare solo fichi perfettamente sani, senza ammaccature da dove possa uscire la polpa, sodi e carnosi, magari anche leggermente indietro di maturazione.
Pulirli uno a uno con un panno inumidito. Allinearli in piedi, col picciolo in su, in una larga teglia antiaderente, che li contenga ben stretti. Aggiungere qualche piccolo pezzetto di cannella, un pezzetto di bacca di vaniglia,la scorza di limone completamente priva della parte bianca..
Versarvi sopra lo zucchero, l'aceto e l'acqua. Porre sul fuoco e una volta preso il bollore, abbassare a fuoco dolce, e lasciar cuocere scoperto pian piano finchè il liquido che si sarà formato sarà diventato sciropposo, ci vorrà un'ora circa, un'ora e mezza. Dipende dall'allegria del fuoco...
Alla fine sfumare con il liquore prescelto leggermente scaldato in precedenza, altrimenti la diversa temperatura fra sciroppo e liquore può far danno. 
Lasciateli riposare almeno un paio di mesi...il gusto ci guadagna!
 
Stracchino q.b.

Composizione....niente di più semplice! Farcite il fiorellino con un cucchiaino di stracchino e sopra una falda di fico caramellato.
Splendidi per un aperitivo o serviti in un buffet.

giovedì 19 settembre 2013

Le Camille


La ricetta?
Sul mio blog tutto nuovo!
Cliccate qui:
https://pasqualinaincucina.com/recipe/le-camille/



lunedì 9 settembre 2013

Variazioni lucane....e che "buona" terra è la Basilicata!

Ben ritrovati!
Come avrete certamente notato, da qualche giorno c'è gran fervore sul web tra i foodbloggers per il concorso IoChef organizzato dall’Unione Regionale chef lucani affiancato al  27° Congresso Internazionale della Federazione Italiana Cuochi (F.I.C.), che si svolgerà a Metaponto dal  7 al 9 ottobre 2013.
Il concorso prevede la creazione di un piatto in cui siano presenti i sapori lucani in abbinamento a un pesce tra Mormora, Seppia, Cefalo, Gallinella, Sauro, Pesce serra, Sciabola o bandiera, Triglia agostinella, Polpo, Pettinessa, Palamita, Rombo, Lucerna o pesce prete in quanto l'intero tema del congresso verterà sul pesce lucano e la pesca sostenibile.
Ovviamente ho subito aderito all'appello di Teresa De Masi, portavoce del contest, felice soprattutto per il fatto di poter assaggiare alcuni prodotti lucani di eccellenza di cui, confesso, ad esclusione del pane di Matera, ignoravo completamente l'esistenza.
A casa è, quindi, arrivato un pacco con i seguenti prodotti:

Melanzana rossa di Rotonda DOP
Fagioli di Sarconi I.G.P.
Ceci neri di Pomarico
Pane di Matera
olio EVO Lucano
Ficotto di Pisticci
Crema di Melanzana rossa di Rotonda DOP
Peperoni di Senise I.G.P.
Pomodori secchi Ciettaicàle di Tolve
Cacioricotta lucana


Quindi, per alcuni giorni, ho pensato al piatto da realizzare. Volevo valorizzare i prodotti lucani al massimo, senza stravolgerli troppo. In abbinamento ho scelto il polpo, mollusco che adoro ed ecco cosa ne è venuto fuori....



Variazioni Lucane

Cacioricotta "in carrozza" di pane di Matera e melanzana rossa di Rotonda a scapece
Pesto di melanzane rosse di Rotonda
Insalata di polpo e fagioli di Sarconi con crostini croccanti di pane di Matera
Crema di peperone con peperone crusco croccante

ingredienti per 4 persone

per la cacioricotta "in carrozza" di pane di Matera e melanzane rosse di Rotonda a scapece
 pane di Matera
crema di melanzane di Rotonda
cacio ricotta lucana
uova 2
pangrattato 4 cucchiai
semola rimacinata 1 cucchiaio
farina 1 cucchiaio
olio di semi per friggere
2 melanzane rosse di Rotonda a fettine
olio, sale, aglio, aceto, menta,origano q.b.

per il pesto di melanzana rossa di Rotonda
da una ricetta di Pietro Leemann
6 melanzane rosse di Rotonda
6 olive taggiasche denocciolate
pinoli tostati
pistacchi tostati
prezzemolo, basilico, menta q.b.
olio evo lucano


per l'insalata di polpo e fagioli di sarconi
 polpo 250gr
fagioli di Sarconi 125gr
1 pomodoro secco di Ciettaicàle di Tolve
aglio, olio EVO lucano, sale

per il bicchierino di peperone
da una ricetta di Pietro Leemann
peperoni rossi 250gr
olio evo lucano e sale q.b.
peperone crusco fritto


Procedimento

Per la cacioricotta "in carrozza" tagliate il pane di Matera a fette non più spesse di un centimetro, eliminate la crosta e ricavate dalla mollica dei quadrati di 5/6 cm di lato. Spalmate su ogni quadrato la crema di melanzane. Tagliate la cacioricotta a fette spesse mezzo cm e farcite i quadrotti. Passate velocemente i lati dei quadrotti nella farina e poi subito nell'acqua per sigillarne i bordi. Poi battete le uova con un pizzico di sale e  passate i quadrotti prima nell'uovo poi nella panatura semola/pangrattato. Ripetete l'operazione due volte. Friggete in olio caldo e profondo per pochi minuti, fino a che i quadrotti risultino ben dorati  e croccanti. Tagliate le melanzane di rotonda a fette e scottatele su una piastra in ghisa ben calda. In un contenitore stratificate le melanzane con peperoncino, aglio, olio lucano, sale, aceto, menta e origano. Far riposare alcune ore (meglio una notte intera). Disporre sul cubotto caldo qualche fettina di melanzana e servite. Ho trovato l'abbinamento dolce della crema di melanzane e il sapido della cacioricotta eccezionale!

Per il pesto di melanzana rossa di Rotonda cuocere 20 minuti le melanzane tagliate a cubetti, unire olive tagliate a piccoli pezzi, pinoli, pistacchi ed erbe aromatiche tritate olio e sale. Inserire in un coppapasta e porzionare sul piatto.

Per l'insalata di polpo con fagioli di Sarconi e crostini di pane di Matera tagliate il pane a quadrotti, irrorateli di olio lucano e ponete in forno pre riscaldato a 180° fino a doratura, basteranno pochi minuti. Tagliate i pomodori di Ciettaicàle di Tolve a listerelle e poneteli in una terrina con un goccio di olio lucano. Mettere i fagioli in ammollo la sera prima, l'indomani sciacquateli , ricopriteli di acqua fredda e lessateli unitamente ad un gambo di sedano e ad uno spicchio di aglio in camicia fino a che siano teneri. Dopo la cottura aggiungete il sale.
Pulite il polpo, eliminate occhi e becco, pulite bene la testa . In una capace pentola portata ad ebollizione calate tre volte il polpo facendolo scottare, in questo modo i tentacoli si arricceranno. Alla terza volta lasciatelo in acqua per circa 25min per un polpo da 500 gr.
Toglietelo dalla pentola e una volta intiepidito, tagliatelo a cubetti e conditelo con sale, olio lucano e qualche lamella di aglio. Lasciatelo insaporire per qualche ora.
Scolate i fagioli ed uniteli al polpo, aggiustate di sale e cospargete con i pomodori secchi e i dadini di pane di Matera.

Per il bicchierino di peperone stufate i peperoni puliti e tagliati a Julienne in una casseruola con poco olio. Frullateli e passateli allo chinoise molto fine per eliminare completamente le bucce. Regolare con un pizzico di sale e olio evo lucano. Riempire il bicchierino e decorare con un peperone crusco fritto. Servire tiepido.

lunedì 29 luglio 2013

Il Ragù napoletano - 'o Rraù



Mia madre mi racconta sempre che, da bambina, mangiavo i pomodori come le mele, a morsi.
Da allora tempo ne è passato, e parecchio, ma è rimasta intatta la mia predilezione per questo ortaggio. 
Mi piace in tutte le vesti...o meglio...in tutte le "salse" ! 
Quindi, quando con Compagni di Blogger abbiamo deciso che protagonista di questa staffetta sarebbe stato il pomodoro...beh! Potete immaginare la mia gioia!
Ho pensato subito al ragù. Un caposaldo della cucina partenopea.
Una preparazione che non può essere realizzata distrattamente ma richiede molta attenzione.
Bisogna seguirlo, accarezzarlo, guidarlo per ore ed ore, quattro, cinque, a volte anche sei. Deve cucinare molto lentamente, quasi impercettibilmente sbuffare, o meglio "pippiare".
Solo dopo tanta cura e attesa i vari ingredienti, perfettamente mescolati tra loro, sprigioneranno tutto il loro sapore. E la vostra casa sarà invasa da un gradevole profumo, profumo che a Napoli sa di Domenica, di parenti, di festa.


Ma esiste un vero, originale ragù?
No, non esattamente. Diciamo che ci sono delle "regole generali" per prepararlo. La presenza della passata di pomodoro e del concentrato di pomodoro sono d'obbligo, ovviamente.
Si alla cipolla, no al trito sedano/carota/cipolla, no all'aglio.
Originariamente la cipolla si faceva consumare nello strutto, ora sostituito dall'olio extravergine di oliva: può passare.
No al basilico, non ci va.
Per quanto riguarda i tagli di carne da utilizzare, questi variano da famiglia a famiglia.  Molti hanno modificato, aggiunto e sottratto alcune tipologie di carni per il gusto personale.  Sicuramente nel ragù non ci va la carne tritata, quella è un'altra cosa.
Generalmente si utilizza la carne di manzo, la cosidetta "corazza" o "biancostato".  Molti aggiungono braciole (meglio se di lòcena, farcite con un trito di prezzemolo, aglio a pezzetti piccolissimi, parmigiano grattugiato o pecorino, uva passa e pinoli), braciole di cotenna, nervi ecc...  Ne ho mangiati anche realizzati con salsiccia e polpette.
Il ragù attraversa tre fasi. Inizialmente si "tira" la cipolla con l'olio o la sugna ,  poi si rosola la carne,  in ultimo  si aggiungono concentrato di pomodoro e passata di pomodoro (io uso i pelati che passo con il passaverdure) e si lascia  "pippiare" dalle quattro alle sei ore.
Fatelo la sera prima, riposato è ancora più buono!!

Il ragù napoletano - o' Rraù

ingredienti

700gr di corazza tagliata a pezzi da 4 o 5 cm di lato
2 braciole di lòcena farcite con prezzemolo, parmigiano o pecorino, uva passa , aglio e pinoli
un paio di "tracchiulelle" o "puntine" di maiale
una cipolla
6 cucchiai di olio
un bicchiere di vino rosso
2,5 litri di passata di pomodoro
140gr di concentrato di pomodoro

preparazione

Tritare finemente la cipolla e versarla in un tegame, meglio se di coccio, unitamente all'olio.  Dopo un paio di minuti aggiungere la carne e farla rosolare.  Questa è una fase molto delicata, bisogna girare spesso la carne e fare in modo che la cipolla non bruci ma si "consumi".  Quando la carne è rosolata e la cipolla è trasparente, sfumare con il vino e continuare la cottura fino a che lo stesso non sia evaporato.  Aggiungere il concentrato di pomodoro e continuare a far "tirare" il tutto in pentola, alla fine aggiungere la passata di pomodoro,  abbassare la fiamma al minimo possibile, coprire lasciando il cucchiaio di legno tra la pentola ed il coperchio e farla cuocere lentamente,  pippiare,  per sei ore.  Girare spesso il ragù al fine di non farlo attaccare alla pentola.
Alla fine vi troverete una salsa densa, i grassi saranno affiorati in superficie ed avrà un colore rosso scuro, molto intenso.
Io ci ho condito i classici ziti spezzati, per me il formato ideale di pasta da usare con il ragù.
Ovviamente, in barba alle regole del galateo, è assolutamente obbligatoria la scarpetta finale, anche se, nelle sei ora di cottura è facile beccare qualche "manolesta" che vi intinga un pezzo di pane!

Cosa bere in accompagnamento a questo piatto? Ecco il prezioso consiglio di Luciano Pignataro :

L'abbinamento al ragù napoletano? Ma qui ci vuole un trattato!. Sicuramente ho bisogno di un vino di grande corpo e ben strutturato perché siamo di fronte ad uno dei piatti più intensi della cucina italiana. Non deve mancare poi l'acididità, ovviamente. Infine deve essere un vino sapido, senza dolcezze e senza i sentori di un legno invasivo in eccesso, ossia non può andare bene un vino di stile internazionale. Ci vedo bene Il Gioviano del Camcelliere, piccola azienda di Montemarano o il Rasott, altra piccola azienda contadina di Castelfranci. 

E che ne dite di questo simpatico video sul ragù tratto dal film "Incantesimo napoletano"?





lunedì 22 luglio 2013

"Pomodoro 'ncoppa", la nuova staffetta di Compagni di blogger


Parte una nuova staffetta di Compagni di Blogger!
Prima delle meritate vacanze abbiamo pensato di metterci all'opera con Sua Eccellenza il pomodoro!
Vi lascio alle parole di Caris che descriverà il progetto.

Immaginate una foto splendida: un piatto candido, poggiato su una tavola di legno grezzo, che fa da espositore a tante fette di pomodori diversi: forme, colori, semi, grandezze.
Sei o sette fette di pomodoro, un caleidoscopio di colori cui non siamo abituati a vedere tutti insieme. Sullo sfondo una bottiglia di olio extravergine e qualche foglia di basilico.
Questa foto esiste davvero.
Il commento, subito sotto, di un qualche cugino d’oltralpe era “distribuire qualche ingrediente su un piatto: questo, gli italiani, lo chiamano cucinare”
A guardarla bene quella foto, viene solo da dire oui.
 
Oui, la scelta di qualità di pomodori è cucinare.
Non è per nulla scontato. D’altronde ne abbiamo talmente tante qualità e alcune così eccelse, che anche quella di scegliere un pomodoro diviene arte.
 
Oui, la scelta di tagliarli a fette e servirlo con un giusto olio è cucinare.
Tanto semplice quanto complesso, dal pomodoro si può ottenere lo spaghettino come un piatto complesso, e tanti sono gli chef che studiano come servirlo, che decidono di autoprodurselo, che affinano coltelli e cervelli per cercare di ottenerne il meglio.
 
Oui, gustare il pomodoro e farlo gustare ai nostri ospiti è cucinare.
Il difficile semmai è riuscirci, presi come siamo dalle parole e dalle mode “stasera, pomodori ciliegino” sì, ma quali? E quante qualità ci perdiamo, presi e persi da quello che normalmente troviamo al supermercato? E in quante ricette evitiamo di introdurre il pomodoro, solo perché non concepiamo il suo uso in modo non convenzionale?
 
Tutto questo per dirvi che la prossima settimana sarà dedicata a questo punto cardine della cucina italiana, senza mai avere la pretesa di esaurire idee e ricette (impossibile, con un tale protagonista gastronomico) ma di divertirsi a esplorare le possibilità che il pomodoro offre: dalla pasta alla marmellata, dal salato al dolce, dal sorbetto alla cheesecake.
Noi di Compagni di Blogger volevamo festeggiare quest’estate, che tanto si è fatta desiderare, con una staffetta dedicata al principe della nostra cucina, che durante questa stagione, assume il titolo di vero e proprio re.
Ca va sans dire, gli abbinamenti con il vino saranno come al solito curati da Luciano Pignataro!
 
Seguiteci quindi, dal 29 Luglio al 1 Agosto, nella nostra interpretazione del “pomodoro ‘ncoppa”. 
 
E per l’occasione, la nostra Rossana inaugura in grande stile il suo blog: e il nostro “in bocca al lupo” è solo pro forma, conoscendo la sua bravura!

Lunedì’ 29 Luglio:

Pasqualina con "il Ragù napoletano- o' rraù"
Caris  con l’Assoluto di Pomodoro

Martedì 30

Maria con la Cheesecake salata di caprese
Assunta con Tatin al pomodoro e pesto

Mercoledì 31

Sara con il Sorbetto al pomodoro
Rossana  con il Pomodoro da dessert

Giovedì 1

Antonia com gli Spaghetti di Oldani al profumo di Norma

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